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Sardine in Scatola: Opposizione all’Opposizione

Dalla prima mobilitazione a Bologna, le Sardine sono comparse ovunque diventando sempre più fenomeno mediatico. Un movimento che sta radunando tutti coloro che si vogliono opporre alla dialettica di Matteo Salvini e in generale contro il populismo. Ma come mai rispetto ad altre proteste, questa ha avuto una spinta mediatica così forte? Quali sono le prospettive future (se ci sono)? Andiamo ad analizzare le principali caratteristiche di questo movimento:

IL NOME: “Staremo stretti come le sardine, perché saremo in tanti”, questa la spiegazione del nome da parte di Mattia Sartori, uno dei leader del movimento. Un nome/simbolo che però mi lascia qualche dubbio. Non serva che ripeta quanto sia importante il termine che ti definisce e in questo caso le perplessità sono molteplici. Infatti, se andiamo a vedere in natura, l’unità delle sardine paradossalmente è anche la loro rovina, poiché facilita il lavoro del pescatore. Un animale che subisce anche la scatola in cui vengono chiuse (e ammassate) per soddisfare gli appetiti di chi le compra. Se utilizzo un leone, una fiamma, uno scudo o falce e martello, come simbolo e riferimento, la forza metaforica è molto più vasta e forte. Un’immaginario su cui anche lo staff leghista ha puntato, ideando la provocazione dei Gattini con Salvini.

GattiniSalvini

IDEALI: La prima uscita delle Sardine risale al 14 novembre a Bologna, proprio mentre la Lega apriva la campagna elettorale per le regionali al Paladozza.

Se tutta questa roba qua che stiamo mettendo in piazza il 26 gennaio non si trasforma in una risposta elettorale non ha senso!
Mattia Sartori, Bologna, 14 novembre 2019

La protesta nasce quindi con l’obiettivo di contrastare l’ascesa della Lega in Emilia-Romagna, regione che vede come appuntamento ormai prossimo quello delle elezioni.  La protesta si è poi propagata in molte città italiane assumendo i connotati di una critica ai toni populisti propagandati in questo periodo. Ritornare nelle piazze, in contrasto al mondo virtuale, e parlare di politica con la P maiuscola. Sicuramente un ideale che può raggruppare più persone anche non marcatamente politicizzate. Ad ogni modo, quello che stupisce è la portata mediatica degli eventi. Si perché fin da subito la copertura è stata parecchio alta, facilitando ed amplificando il lavoro per gli attivisti. Sono molte infatti le manifestazioni antagoniste alla Lega e spesso sono relegate a piccoli paragrafi o comunque a spazi limitati sui media.

E allora qual’è il motivo? I sondaggi, la spiegazione è sempre questa. La Bergonzoni, candidata leghista per l’Emilia, è al testa a testa con il candidato del PD. Una regione rossa, simbolo del buon governo di sinistra, non può cadere nelle mani del centro destra. Anche solo mediaticamente per il centro sinistra sarebbe una disfatta, se non ti credono neanche dove hai la base più forte, perdi credibilità in tutto il resto d’Italia. Una sorta di domino… e allora ben venga amplificare un’iniziativa pulita, giovane e ufficialmente priva di bandiere politiche, che andando contro il tuo nemico di fatto porta avanti le tue istanze. Proprio per questo motivo, l’accusa più grande che si fa alle Sardine è quella di essere strumento del Partito Democratico, che ha perso l’appeal e la forza per mobilitare quella parte di elettorato indicativamente di sinistra. Se da parte del PD locale si registrano le adesioni più convinte, a livello nazionale si ha un atteggiamento misto tra supporto e prudenza, proprio per evitare un rigetto dell’iniziativa. Altri invece, vedono una similitudine con il processo messo in atto dal Movimento 5 Stelle al loro primo V-Day del 2007.

Ad ogni modo, se la base ideologica, più o meno diluita, è l’anti-salvinismo, siamo lontani dal raggiungimento di un buon risultato. Servono programmi definiti e un modo per confezionarli, cosa che vista la grande eterogeneità delle Sardine appare quasi impossibile. D’altronde, come per Berlusconi, abbiamo già visto cosa hanno creato tutti quei movimenti (es. il Popolo Viola) che facevano sola opposizione ad un personaggio politico: pubblicità gratuita.

bologna_sardine_fg

Dall’alba dei tempi, i movimenti di protesta nascono per manifestare contro il potere, chiedendo ai governanti maggiori diritti o proponendo soluzioni alternative alle scelte prese. In questo caso la situazione è diversa ed è qui che ritroviamo il paradosso, un movimento “apolitico” di opposizione spinto per motivi politici marcatamente schierati.

Personalmente non vedo potenzialità partitiche, ma non mi stupirei che da questa mobilitazione non nascano personaggi (vedi Mattia Sartori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa) che possano essere lanciati all’interno di partiti in cerca di rilancio e volti nuovi. Il movimento delle Sardine come trampolino mediatico, una spinta dal basso capace di non essere percepita come manipolata. Un sospetto che ormai viene 9 volte su 10.

A_SARDINE

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