Joe Biden (77 anni) e Bernie Sanders (78 anni) si contenderanno la vittoria delle primarie democratiche per affrontare Trump alle presidenziali 2020. Come sono raccontati i due candidati dai media?
_ BIDEN È AFFIDABILE: in ogni servizio si cita il ruolo di vice Obama che ha ricoperto dal 2009 al 2017. Ha certamente posizioni più moderate rispetto l’avversario e risulta in continuità con le scelte dei governi democratici precedenti.
_ SANDERS È SIMPATICO: in tutti i servizi viene descritto come un outsider energico e rivoluzionario con toni certamente molto affettuosi. D’altronde ha promesso di sconfiggere “l’establishment politico” e rilanciato le parole d’ordine rivoluzione e cambiamento.
Con due candidati così distanti tra loro, sembra quasi scontata la vittoria di un profilo più moderato (Biden). La figura di Sanders potrebbe essere usata solamente per catturare l’attenzione di un pubblico molto più distante dal centro, che si è allontanato dalla politica per delusione o rabbia nei confronti dell’establishment. Un Sanders battuto in “finale” rappresenterebbe il mezzo per cui, quel cittadino deluso diventi un elettore attivo a seguito di un sentito endorsement a Biden. Sarà così? ce lo diranno solo i fatti. Ad ogni modo le primarie sono uno strumento comunicativo molto importante, utile per avvicinare e motivare il proprio elettorato. Inoltre, la relativa copertura mediatica serve a tenere alta l’attenzione del pubblico sulle idee della propria fazione politica.
ENDORSMENT PRESTIGIOSI…
Se Joe Biden può vantare gli endorsment di Michael Bloomberg, Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke; Bernie Sanders può vantare quello non meno importante di Emily Ratajkovski, modella e attrice statunitense.

«Ho votato per Bernie Sanders. Per troppo tempo l’establishment politico ha sacrificato gli interessi del popolo per quelli di corporation e miliardari. Ecco perché abbiamo un Paese con il più alto tasso di detenzione al mondo, un disastro ambientale per le mani e milioni di persone con debiti insormontabili a cui sono negati diritti fondamentali come l’assistenza sanitaria e l’istruzione».
Gli endorsment di personaggi estranei alla politica però non spostano molto gli equilibri. Infatti, rispetto ai sostenitori di Biden, la Ratajkovski non conta su una comunità politica attiva capace di ribaltare le sorti del confronto. Bisogna poi vedere se, dopo un eventuale sconfitta di Sanders, Emily si schieri attivamente per Biden. In quel caso, il suo impegno avrebbe lo stesso obiettivo di marketing politico di cui parlavo sopra.
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