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Quando Conte ti stava antipatico

Le conferenze stampa del Premier Conte sono diventate un simbolo dell’emergenza. Osannato dai più, Conte ha visto accrescere la propria popolarità in maniera vertiginosa dalle prime fasi di questa pandemia. Eppure se pensiamo ad un anno fa, notiamo un cambiamento radicale nella narrazione costruita attorno alla sua figura. Ho quindi sottolineato, nello schema sottostante, le principali differenze per anno, argomentando poi le cause di questo squilibrio.

2019 -> CONTE VISTO COME UN SOVRANISTA POPULISTA MARIONETTA DI SALVINI E DI MAIO
_ Quota 100, Reddito di cittadinanza e Decreti Sicurezza sono provvedimenti populisti. -> Conte è il peggiore Presidente del Consiglio della storia.
_ La scelta di Rocco Casalino come suo spin doctor. -> Dà al governo la sua giusta dimensione: il Grande Fratello.
_ Conte risponde alle accuse di Verhofstadt “Burattino è chi risponde alle lobby”. -> Opinione pubblica indignata e schierata con il liberale belga.

2020 -> CONTE VISTO COME UN GRANDE STATISTA
_ Conte il 25 febbraio: «L’Italia è un Paese sicuro, in cui si può viaggiare e fare turismo, ci sono solo aree limitatissime con restrizioni; forse è un Paese più sicuro di tanti altri». -> Sono i leader degli altri paesi che hanno sottovalutato il problema.
_ Con un DPCM comunicato in anticipo ha contribuito alla fuga di massa dalla Lombardia propagando il virus al sud -> La responsabilità è dei giornali.
_ Utilizza mezzi impropri favorendo i suoi canali personali -> Difeso dall’opinione pubblica, via comunicato stampa risponde alle critiche dei giornalisti con “nessuno vi ha chiesto di dare risalto alle mie comunicazioni”.
_ Mentana critica la conferenza del 10 aprile, troppo politica rispetto alla natura della comunicazione. -> L’opposizione se l’è meritata.

Seguendo gli avvenimenti da vicino, ho delineato le cause che hanno portato a questo cambiamento così netto. Appoggiandomi alla Teoria del frame di Erving Goffman, ho trovato nella composizione del governo e nell’emergenza coronavirus le due cornici narrative che hanno modificato il racconto del Premier all’opinione pubblica. Andiamo a vedere nel dettaglio:
IL GOVERNO | Il passaggio da Salvini al Partito Democratico è la chiave di volta. Se prima Conte era descritto come un avvocato gonfia curriculum ora è il salvatore della patria. Pur di evitare di dare il potere a Salvini (a torto o a ragione), i giornali sono disposti ad incensare chiunque pur di aspettare qualche segno di vita dalla propria fazione politica (rimettendoci però in credibilità). A questo si associa anche la debolezza del Movimento 5 Stelle che si sta aggrappando a tutta forza al Premier. Il movimento infatti è bombardato dalle anime critiche al suo interno (es. l’ex Paragone, Di Battista…) e, come gli alleati, al momento non ha figure alternative da lanciare.
IL CORONAVIRUS | L’emergenza cambia l’approccio dell’informazione: si tende a non sottolineare eccessivamente gli errori delle istituzioni in virtù della pace sociale. Inoltre, un evento di crisi mobilita le risorse di coesione tra i membri di una società, che si raccolgono verso l’autorità, aumentando così il suo consenso.

Sondaggio Demos & Pi, Marzo 2020

Il mio giudizio sulla comunicazione di Conte? È abbastanza negativo, sebbene abbia avuto dei momenti interessanti. Ribadisco infatti il mio apprezzamento per la conferenza stampa del 10 aprile, in cui ha citato esponenti dell’opposizione che diffondevano fake news. Nelle scorse settimane ho analizzato sui social gli aspetti che, per me, si sarebbero dovuti affrontare diversamente, pertanto non mi ripeterò. Vorrei però fare un confronto con i leader esteri che tanto critichiamo. Personaggi come Trump, Johnson e Sanchez sono bombardati dalla stampa nostrana per aver sottovalutato il problema. Il nostro premier, viene risparmiato perché ha giustificazioni che accettiamo o perché è più comodo sottolineare le colpe degli altri?

Non che gli avversari di Conte abbiano fatto meglio. Il mio giudizio sulla linea comunicativa dell’opposizione è infatti molto negativo, perché ha approfittato del momento per mettere ancora più confusione. Ritengo che sia tanto legittimo quanto d’obbligo analizzare in maniera anche critica i provvedimenti della maggioranza, tuttavia, non reputo adeguato diffondere false voci atte ad avvelenare il clima sociale. Ci terrei a sottolineare che, ad oggi, solo Berlusconi ha seguito una linea consona alla situazione. Evitiamo di criticare la sua fuga a Nizza: l’Italia intera ha fatto di peggio.

NB. Alle critiche che verranno: sto solo analizzando i fatti per come sono. È necessario smetterla di vedere il mondo per categorie fisse. Io argomento ciò che penso in virtù delle mie conoscenze, cercando di comprendere più punti di vista possibili. Non dico qualcosa solo perché il mio credo politico, il mio leader o la mia lista me lo impongo. TROVO CHE QUESTA SIA LA FORZA DI UN CONSULENTE POLITICO: VEDERE LA REALTÀ PER QUELLA CHE È. D’altronde è sufficiente avere pochi e solidi modelli di funzionamento della società ed essere delle persone che non dipendono troppo dal contesto specifico. Siamo circondati da così tanta gente troppo concentrata solo su singoli e limitati aspetti che basta alzare un po’ lo sguardo per avere il quadro completo.

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