Guy Fawkes era un cospiratore cattolico che tentò, con altri congiurati, di fare esplodere il parlamento inglese nel 1605. Questo personaggio ha ispirato la maschera del protagonista nella graphic novel “V per Vendetta” di Alan Moore da cui è stato realizzato anche un film nel 2005. In un’Inghilterra distopica, V, l’eroe, si oppone ai piani del regime totalitario fino alla sua caduta. Il protagonista utilizza la maschera non solo per celare la sua immagine, ma anche per coinvolgere i cittadini e non identificare solo nella sua figura il disagio e la protesta verso il regime. Da una prospettiva puramente funzionale, quindi, la maschera agisce come simbolo dell’unità della rivolta.
DAL FILM AD ANONYMOUS, UN PO’ DI STORIA. Inizialmente la maschera di Fawkes comparve sul web in un meme conosciuto come Epic Fail Guy (si trattava di un omino stilizzato condiviso sul sito Internet 4chan – gruppo da cui nascerà il collettivo Anonymous). Quasi subito però, la maschera assunse il significato originario dato da Moore. L’immagine di Guy Fawkes iniziò da allora ad essere incorporata nella comunicazione di Anonymous ed in ogni attività associata. Ad esempio è stata utilizzata dal movimento Occupy, durante la Primavera araba e dagli Indignados spagnoli.
La maschera di Fawkes è diventata il simbolo della cultura informatica nonché dell’azione sociale del ventunesimo secolo. La rivolta, l’anonimia e la condivisione di identità si sono uniti in una figura visuale fortemente riconoscibile anche dai non attivisti e facilmente utilizzabile in ogni forma di protesta contro il potere.
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